Toto giunta: cercasi donne disperatamente



Roberto Scanagatti, neo sindaco di Monza, sta mettendo a punto la squadra.

E guarda alle quote rosa


da L’Esagono:
 

 

Se fosse, sarebbe un colpo da maestro. Un fedelissimo alla bandiera (e al sindaco) che è anche un tecnico. E che soprattutto non smania per chiacchierare. Roberto Scanagatti la sua giunta se la sta costruendo pezzo per pezzo. In una mano, inevitabile, il manuale Cencelli (di cara tradizione trasversale) e dall’altra la volontà di dare vita ad un esecutivo a prova di quinquennio. Pratico, ma soprattutto solido e credibile. Così, mentre i nomi dei papabili agli assessorati si sono rincorsi in queste settimane, con un alto grado di veridicità, sul mattone in pochi hanno osato scommettere qualcosa. 
Escluso infatti che si possa trattare di Alfredo Viganò (il quinquennio precedente non fu costellato da ottimi rapporti tra Scanagatti e quest’ultimo proprio in materia di Pgt), l’ultimo rumor è quello che parla di Pino Riva. Il suo nome, in attesa di conferme, potrebbe tuttavia rivelarsi una carta vincente. Un tecnico preso direttamente dai quadri del Comune che metterebbe sul piatto oltre alla conoscenza della materia, quella – talvolta persino più importante – della macchina amministrativa. E che farebbe contenti pure quelli che chiedono un vero “investimento” sulle risorse interne di Palazzo. Come si diceva, però, al momento la scelta è in attesa di conferme, mentre confermati sarebbero i nomi della scorsa settimana: Michele Faglia, che avrebbe l’assessorato al Parco insieme al collega Silvano Appiani, che aspira allo Sport, Egidio Longoni, che potrebbe rivestire i panni di vicesindaco, Antonio Marrazzo, con un ritorno verosimile ai Lavori pubblici, Marco Sala, segretario cittadino del Pd (al Commercio?) e Gabriella Rossi ai Servizi sociali. E mentre è da capire se troveranno spazio anche Domenico Guerriero, capogruppo del Pd e soprattutto Rosario Montalbano, che non essendo candidato non è entrato in Consiglio comunale, ma che Scanagatti vorrebbe a tutti i costi accanto a sé, il vero problema della neo giunta si chiama “quote rosa”. Non è un mistero, infatti, che il sindaco vorrebbe un’ampia rappresentanza femminile. 
Un’operazione che si annuncia assai difficile considerati i pochi posti (nove in tutto) a disposizione. Nella coalizione le aspiranti non mancano. Come Donatella Paciello, ex concorrente alle primarie, che secondo indiscrezioni di partito, vorrebbe essere coinvolta direttamente nella giunta. Se lo sarà, bisognerà attendere. Roberto Scanagatti, infatti, non ha fretta e vuole prendersi tutto il tempo a disposizione per sfoderare il miglior esecutivo possibile. L’appuntamento è per il 9 giugno con l’insediamento del Consiglio. Nel frattempo il primo cittadino sta mettendo a punto le prime mosse che passano dal blocco del distributore ad idrogeno nel Parco alla revisione del contratto tra Italiana Costruzioni e il Consorzio Villa Reale per la riqualificazione dell’ex reggia. Ma soprattutto dal ritiro della delibera sul Pgt. Scanagatti, che è stato il regista dell’operazione che ha affondato il Piano di governo del territorio di Paolo Romani, non ha intenzione di portare avanti la delibera di riadozione. Tempo al tempo per evitare sovrapposizioni o peggio cause e ricorsi. 

Simona Calvi 
 
 

PTCP provinciale:osservazioni “pesanti” dalla Regione Lombardia

da http://sinistra-e-ambiente-meda.blogspot.it/2012/05/ptcp-provincialeosservazioni-pesanti.html?spref=fb

 
Sul PTCP della Provincia di MB, la Regione Lombardia ha fatto pervenire le sue osservazioni.
Anche Regione Lombardia, istituzione a maggioranza PdL + Lega e quindi non certo particolarmente vicina alle istanze ambientaliste, ha dovuto evidenziare le carenze macroscopiche di questo PTCP chiedendo alla Provincia di MB di recepire una serie di osservazioni e valutazioni.
 
Vi proponiamo il comunicato redatto dalle associazioni e dai gruppi del’OSSERVATORIO (di cui Sinistra e Ambiente è parte) che ritorna sull’argomento con richieste precise alla Provincia di MB.
COMUNICATO STAMPA
 
LA REGIONE CI DA RAGIONE:
CAMBIAMO QUESTO PTCP DI MONZA BRIANZA!
 
Dopo aver ascoltato discorsi politici e proclami sulla tutela del suolo, dopo aver assistito al proliferare di convegni indetti dalla stessa amministrazione provinciale sul tema del consumo di suolo, dopo aver evidenziato in maniera chiara e netta – grazie alla nostra costante presenza durante tutte le fasi che hanno portato alla costruzione di questo adottato PTCP di Monza e della Brianza – che questo stesso Piano non rispondeva a nessuno di questi proclami, ora anche Regione Lombardia finalmente conferma quello che le associazioni e i gruppi ambientalisti della Brianza avevano già correttamente segnalato anche all’interno della Valutazione Ambientale Strategica del Piano.
Ovvero che questo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale avrebbe potuto essere un’occasione per mettere l’ambiente al centro delle scelte urbanistiche in Brianza, ma che ciò non è stato. In questo PTCP infatti (sono parole estratte dal parere di regione Lombardia) “non si rilevano né criteri, né specifiche misure finalizzate alla reale modifica del trend del consumo di suolo”, in una provincia che – sulla base del RAPPORTO ISTAT commentato sui quotidiani nazionali di ieri – è in assoluto la PRIMA (e non più la seconda dopo Napoli) provincia più cementificata d’Italia.
Un PTCP che pensato diversamente avrebbe permesso alla Provincia di esprimere un’ipotesi di tutela del territorio, anche al di sopra degli interessi particolari dei singoli Comuni che – salvo la bella eccezione dell’attuale Comune di Desio – non si sono distinti fino a questo momento per l’attenzione alle problematiche ambientali e che, anzi hanno depositato moltissime osservazioni per richiedere stralci (sui quali avevamo chiesto pubblicamente al Presidente Allevi – che detiene, da quando Antonino Brambilla si è dimesso per le note vicende giudiziarie in cui è indagato, la delega alle politiche territoriali – di “stralciare questi stralci”), per poter costruire ancora e ancora e ancora, fuori da qualsiasi reale necessità.
Non può e non deve dunque finire così.
Il PTCP non è stato ancora approvato, il nostro coordinamento ha presentato decine e decine di osservazioni che prospettano la possibilità di un reale cambio di passo nella politica territoriale provinciale e di ogni singolo comune, dove davvero il suolo venga realmente tutelato per la salute di noi tutti: sono osservazioni concrete e immediatamente applicabili. Chiediamo che gli ambiti agricoli che sono strategici per il nostro futuro non solo vengano concretamente tutelati ma ampliati perché si può e si deve. Chiediamo che siano attivate politiche territoriali che smettano di svendere ed invece rendano reali (e non colorandoli di verde solo su carta) gli ormai improcrastinabili corridoi ecologici (una figura simbolica di per sé già scandalosamente insufficiente e che dà la reale “tara” dell’ambiente nel quale viviamo, se si pensa che i “corridoi” sono ambienti per lo più lunghi e stretti) utili per la sopravvivenza di tutte le specie viventi. Non ultimo l’essere umano che deve poter beneficiare e vivere appieno in un ambiente salubre e in un paesaggio gradevole, che non deve essere consumato solamente stando in macchina, ma goduto in bicicletta ed a piedi senza pericoli.
Noi non dimentichiamo che questo PTCP potrebbe invece essere figlio di zone d’ombra, di aderenze sospette e di tessuti (troppo) morbidi alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Noi non dimentichiamo che alcune figure politiche ed alcuni amministratori posizionati sino a ieri in posti chiave per il governo (che parola nobile potrebbe essere questa, se fosse coniugata con lealtà e spirito di servizio volto al bene reale dell’intera comunità) del territorio e che erano una “squadra” potente anche in Provincia di Monza e della Brianza, ora sono in carcere o agli arresti domiciliari perché indagati per corruzione proprio su intrecci che interessano le “politiche” territoriali.
Come associazioni e gruppi ambientalisti avevamo scelto di essere soggetto PROPOSITIVO in un rapporto di confronto con la Provincia, disposti a entrare in tensione con quelle amministrazioni del territorio più ostili a comprendere la difficoltà del tempo presente.
Siamo consapevoli che è più che mai importante per noi tutti intervenire per una responsabile gestione della cosa pubblica e dell’ambiente.
Fedeli a questo atteggiamento, siamo quindi a chiedere che questo PTCP venga corretto accettando totalmente le nostre osservazioni.Contestualmente, come principio di precauzione, nell’attesa che questo il PTCP venga profondamente rivisto, chiediamo anche l’applicazione di una moratoria che blocchi tutte le trasformazioni urbanistiche attualmente previste all’interno dei piani urbanistici locali su suoli inedificati. Sull’ambiente della Brianza la partita è troppo importante. La Provincia deve ora cambiare passo ed assumersi le proprie responsabilità.
Non accetteremo che, per non scontentare nessuno, tutte le osservazioni presentate vengano rigettate, perché non tutto e tutti si possono mettere sullo stesso piano. Perché questo piano così com’è non si può accettare – anche la regione in questo ci dà ragione e lo chiede alla Provincia – perché la Politica(con la maiuscola) non può accontentare tutti – scontentando tutti – ma deve prendere una posizione chiara e per noi questa posizione non può che essere nettamente a difesa dell’uomo, del suo ambiente, della sua terra e del suo suolo.
Perché se ciò avverrà sarà l’ennesima (e probabilmente definitiva) occasione mancata che diverrà per noi la prova del fallimento dell’amministrazione provinciale in materia di governo del territorio.
E questo la Brianza non lo merita e non se lo può più permettere.
 
Brianza, 29/05/2012
 
Pubblicato da devil a martedì, maggio 29, 2012 

S. Fruttuoso: Sopratunne​l SS36 – Conferenza Stampa dei Comitati (26 maggio)


Domenica 27 Maggio 2012 LRCV

Buongiorno,

nella conferenza stampa tenuta oggi a San Fruttuoso, i cinque
“Comitati per la Galleria” hanno reso pubblico un progetto per il
sopratunnel realizzato da Anas e mai ufficializzato. Questo progetto è
l’unico interessante e positivo per la città. La richiesta è che venga
ufficializzato presso la Conferenza dei Servizi in Regione e che venga
adottato come scelta definitiva.

 

HQMonza
Comitati Galleria di Monza
Comitati Monza Ovest

 

leggi tutto qui: http://www.vorrei.org/comunicati-stampa/5683-monza-sopratunnel-ss36-conferenza-stampa-del-26-maggio-.html

LA REGIONE BOCCIA IL PTCP della Provincia MB del PdL e della Lega. Come per la Variante al PGT di Monza…

lo scritto, come si legge in fondo, è dell’amico ALFREDO VIGANO’
non uno qualsiasi,leggetelo con attenzione e con senso critico
il probema della difesa del territorio, del paesaggio e del suolo
non termina, non si esaurisce con la fine della Lega e del Pdl e delle loro affiliazioni ( e quali affiliazioni…)
la rimonta è appena cominciata, ci sono ancora molte ferite da ricucire…
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ( PTCP) adottato dal PdL e dalla Lega in Provincia Bocciato di fatto dalla Regione per palese inadeguatezza. Come la Variante al PGT di Monza….


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‎42 pagine di stroncatura del PTCP d Monza e Brianza della maggioranza PdL e Lega in Provincia. Sulle scelte e rispetto del Piano Territoriale Regionale ( EXPO e Ambiente), sul Consumo di suolo, sulla tutela delle aree agricole strategiche, sulle Norme che dicono e si contraddicono, suli dati di dimensionamento, insomma si salva proprio poco. Interessante che come nel caso della Variante farlocca del PGT di Monza le critiche della Regione sembrano seguire quanto Osservato anche da Associazioni e Minoranze che chiedevano il rispetto della Legge. In particolare si mette in evidenza che si dice una cosa e se ne fa un’altra. Risultato di chi teorizza una urbanistica del tutto discrezionale, in mano a pochi e facile ai saltafossi. 
Monza pur avendo il Parco è il terzo comune per consumo di suolo dopo Vedano e Lissone . La variante a Monza di PdL Lega e di Mandelli è di milioni di metri cubi in aree libere e agricole . Basta, giriamo pagina, domenica e lunedì votiamo Roberto Scanagatti.


Piano particolareggiato Aree industriali tra le Vie Stucchi- Pompei- Ercolano

 

del 28/4/2006

 

paino particolareggiato stucchi,pompei,ercolano,pgt s.albino













A ridosso del campo giochi per i bambini ecco un bel pò di capannoni industriali (con relativo traffico di Tir) e anche un bel deposito per 150/200 bus che ogni mattina scalderanno i motori… 


e questo era il progetto della giunta Mariani (almeno in parte scongiurato….)


paino particolareggiato stucchi,pompei,ercolano,pgt s.albino

 




Cisl MB, edilizia sociale? A Monza servirebbero 8mila alloggi

Cisl MB, edilizia sociale? A Monza servirebbero 8mila alloggi Stampa E-mail
Attualità

Scritto da Valentina Vitagliano   

http://www.mbnews.it/attualita/109-attualita/24774-cisl-mb-edilizia-sociale-a-monza-servirebbero-8mila-alloggi.html

 

Martedì 17 Aprile 2012

Tags: Monza e dintorni

 

cisl-conferenza-quante-case-per-quali-domande-mb2

A Monza, come nel resto della Brianza, c’è carenza di case popolari. Forte e in costante crescita il fabbisogno di edilizia sociale che dal 2008 al 2018 attanaglia l’intero territorio. Sono circa 8mila gli alloggi che al 2018 servirebbero per colmare il fabbisogno irrisolto complessivo del capolugo brianzolo.

«Nessuna politica abitativa, soprattutto in tempo di crisi, può sottrarsi alla questione di quante case servono e per quali domande devono essere predisposte» queste le parole di Antonello Boatti, docente del Politecnico di Milano, durante la presentazione della ricerca “Offerta e fabbisogno d’abitazioni a Monza e in provincia”, promossa in collaborazione con la Cisl MB.

cisl-conferenza-quante-case-per-quali-domande-mb1

«L’indagine condotta – ha spiegato Boatti – ha determinato la domanda d’abitazioni al 2018 nel comune e nell’ambito provinciale rilevando, da un lato, i fabbisogni pregressi e le nuove domande abitative in base alle dinamiche demografiche, alla composizione sociale e alla capacità di accesso al mercato, e dall’altro la capacità di risposta del territorio, stanti le aree di espansione residenziale, le distinte tipologie d’offerta cui sono destinate nei piani urbanistici (per edilizia sociale, convenzionata e libera) e lo stato reale dell’attuazione delle previsioni».

Circa la metà delle domande di abitazione (arco temporale 2009-2018)proviene da cittadini stranieri che risiedono o sono presenti a Monza. «Coincidono con la fascia più debole e pertanto quella che incide maggiormente sulla domanda di edilizia sociale. Senza parlare poi di anziani sotto sfratto, malati terminali e portatori di handicap: nuove categorie e nuove povertà si impongono così nello scenario della domanda, richiedendo edilizia a basso costo in affitto» ha detto il segretario generale Sicet Brianza, Isidoro Pavesi.

Particolarmente rilevante, poi, a Monza, il consumo di suolo che, a detta degli esperti, sarebbe insostenibile. «Come è stato ampiamente evidenziato dal parere della Regione Lombardia sulla nuova variante al PGT adottata nell’ottobre 2011, e mai arrivata ad un’approvazione in giunta, al ritmo attuale il comune di Monza consumerebbe tutto il suolo a disposizione in soli 26 anni»

Costruire meno e ribaltare i caratteri dei nuovi quartieri, incrementando la presenza di edilizia sociale e convenzionata: questo l’indicazione emersa dalla ricerca presentata. Prediligere il recupero delle aree abbandonate (ad esempio quelle industriali) e contenere al massimo il consumo di suolo. Bisogna realmente pensare all’ipotesi di una grande campagna di recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente. Le occasioni più evidenti a Monza sono l’area dell’ex macello, il carcere di via Mentana e l’ex caserma in piazza San Paolo.

E per quanto riguarda l’edilizia libera? Esiste un surplus che è necessario smaltire prima di pensare a nuovi progetti in questo campo.

 

  • A Alfredo Viganò piace questo elemento.
    • Alfredo Viganò C’ero. Da non credere avevamo approvato due aree di Edilizia popolare sei anni fa, fatto il Bando per assegnare le aree sia per la sovvenzionata che per la ERP. E’ arrivata la Giunta Mariani tutto bloccato cinque anni buttati a mare. Contratto di Qurtiere, 18 milioni di euro anche questi inutilizzati e persi.
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