Parco, il distributore della discordia e Aci. Intervista a Geronimo La Russa

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Attualità
Scritto da Andrea Meregalli   
Lunedì 14 Maggio 2012

Tags: Monza e dintorni

geronimo la russaUna scelta definita da più parti coraggiosa e controcorrente. Geronimo La Russa, ex vicepresidente Aci Milano, ha recentemente rassegnato le dimissioni dal consiglio direttivo dell’organo dopo che il Tar, lo scorso febbraio, ha giudicato illegittima la nomina dell’intero direttivo e congelato le cariche. Pesa, e non poco, nella decisione di La Russa, anche la querelle sul distributore nel parco di Monza, su cui il giovane ha le idee piuttosto chiare: «Sono assolutamente contrario. Vicenda gestita in modo superficiale». MB News lo ha intervistato, ecco le sue verità.

Perché hai rassegnato le dimissioni dal consiglio direttivo dell’Automobile Club Milano? Questa decisione è legata alla querelle distributore?

“La decisione di rassegnare le dimissioni è innanzitutto frutto della mia formazione giuridica. Sono un avvocato e so bene che le sentenze, anche quelle di primo grado, vanno rispettate. Il TAR ha deciso che l’elezione dell’attuale Consiglio di AC Milano è nulla e con essa tutti gli atti che ne hanno fatto seguito. Il Presidente Valli ha fatto ricorso al Consiglio di Stato ma, nel merito, il giudizio d’appello non c’è mai stato perché la ricorrente (una signora di Vedano, socia di AC Milano) ha singolarmente rinunciato al ricorso ed alla sentenza di I grado. Ad oggi, dunque, la pronuncia del Tribunale Amministrativo – chiara e puntuale – non è stata mai contraddetta nel merito da nessun altro Tribunale né tantomeno dal Consiglio di Stato”.

Perché il Consiglio Direttivo è stato dichiarato illegittimo dal TAR? E perché, tranne te, nessuno dei tuoi colleghi ne ha preso atto?

“Secondo il TAR, il problema sta a monte: ancor prima della nostra elezione; doveva essere previsto un Consiglio formato – sulla base delle disposizioni normative che proprio in quei giorni stavano subendo delle modifiche – da non più di 5 membri. Mi fermo qui perché altrimenti la materia diventerebbe complessa e ci addentreremmo in dettagli talmente particolareggiati da diventare noiosi. Resta il fatto, come ho già detto, che secondo il TAR noi non dobbiamo sedere su quelle seggiole e per questo ho tolto il disturbo. I miei colleghi consiglieri? Probabilmente non la pensano tutti come me, non voglio e non devo convincere nessuno, ma fin dalla pronuncia del TAR avevo comunicato loro quella che era la mia posizione e mi sono coerentemente comportato di conseguenza. Proprio come nel caso del distributore all’interno del Parco. La cosa più logica e trasparente sarebbe quella di indire già da domani nuove elezioni”.

Appunto, cosa ne pensi del progetto distributore?

“Tra le numerose esigenze di SIAS, quella del distributore all’interno del Parco mi sembra davvero la meno importante. In ogni caso sono contrario perché non ritengo dia alcun impulso al rilancio dell’Autodromo di Monza. Dall’inizio del mio mandato ho cercato di far capire quanto fosse importante puntare su una struttura multifunzionale capace di vivere tutti i giorni dell’anno grazie al fascino e al contesto unico in cui si trova. Per questo dico: ma con tutte le aree disponibili dobbiamo realizzare un distributore proprio nel Parco? Io, nel mio piccolo, mi sono concentrato su altro. Insieme ai collaboratori di Acinnova abbiamo, per esempio, raggiunto un accordo con il Ministero dell’Istruzione che da maggio a ottobre porterà all’interno dell’Autodromo centinaia di ragazzini per un corso totalmente gratuito, pullman compreso, sull’educazione stradale. Ognuno ha le proprie priorità, le proprie sensibilità”.

Cosa ne pensi, infine, del modo in cui è stata gestita la vicenda distributore?

“Ritengo che ci sia stata un po’ di superficialità. Un ‘tira e molla’ stucchevole che ha indispettito moltissimi cittadini, sia i cosiddetti ambientalisti, sia i grandi appassionati di motori che, come me, sentirebbero parlare più volentieri di modernizzazione delle infrastrutture connesse alla magica pista di Monza anziché di quelle che ruotano intorno ad essa. Il fatto poi che il Consiglio di AC Milano, nella riunione del 5 aprile scorso, abbia assunto una decisione così rilevante senza nemmeno inserirla all’ordine del giorno non fa altro che avvalorare la mia tesi”.

 

da http://www.mbnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=25307&Itemid=239